Diagnosi energetica, caso di studio:

Se hai già scaricato l’ebook di questo blog ti ricorderai di quando ti ho parlato della diagnosi energetica.

Se non l’hai ancora letto ti consiglio di dargli prima un’occhiata per avere più chiaro quello che sto per dirti.

Puoi scaricare GRATUITAMENTE l’ebook QUI.

Oggi ti voglio parlare di un caso reale al quale ho lavorato con l’ing. Flavia Boglione, la quale ha seguito tutta la fase di studio e progettuale con il fine di redigere la diagnosi energetica.

Diagnosi energetica

L’obiettivo del cliente era quello di avere il più possibile un’indipendenza energetica, nonché migliorare il comfort termico della casa, in quanto scarsamente isolata.

Il cliente in questione è rappresentato da un signore di mezza età che vive solo, quindi con consumi modesti.

Non ti tedierò con termini troppo tecnici, in quanto lo scopo di questo articolo è solo quello di farti capire come si opera in queste situazioni.

Il primo passo compiuto è stato quello di rilevare alcuni dati al fine di studiare a fondo la situazione:

  1. Planimetrie catastali;
  2. Rilievo delle dimensioni delle superfici disperdenti sia opache che trasparenti;
  3. Prova endoscopica della muratura verso nord al fine di valutare l’esistenza della cassa vuota e misurarne lo spessore
  4. Rilievo delle dimensioni e delle caratteristiche di tutti i componenti impiantistici;
  5. Fotografie in sito;
  6. Bollette di luce e gas degli ultimi 3 anni;
  7. Testimonianza dell’abitante della casa per stabilire l’uso degli impianti e per rilevare le esigenze di comfort termico.
Prova endoscopica

prova endoscopica

Perché abbiamo rilevato tutti questi dati?

Abbiamo rilevato questi dati per poter costruire un modello di calcolo che ci permettesse di analizzare la situazione presente e modellarla a seconda delle esigenze del cliente.

Considera che il cliente in questione non viveva in condizioni di comfort adeguato ed omogeneo in tutta la casa, in quanto il piano rialzato era scaldato solo con una stufa a pellet ad aria.

Quindi è facile immaginare come gli ambienti caldi fossero solo quelli maggiormente frequentati, tralasciando il riscaldamento negli ambienti vissuti meno.

Certo, la caldaia a metano c’era, ma era utilizzata saltuariamente.

Lo scopo del cliente, come ti dicevo, era quindi quello di cambiare le proprie abitudini e vivere la casa in maggiore comfort.

[L’obiettivo della diagnosi energetica è quello di analizzare minuziosamente la situazione presente per comprendere quali interventi effettuare]

Che soluzioni abbiamo trovato?

Allora, innanzitutto un problema rilevato è stato quello della formazione di muffa causata dal ponte termico in cucina, quindi la prima cosa è stata quella di suggerire soluzioni per eliminare le stesse.

Per eliminare le muffe abbiamo consigliato di utilizzare prodotti con fungicidi naturali, capaci di rimuovere la muffa in maniera sicura e non nociva per l’uomo.

Ovviamente il problema delle muffe deriva dalla contemporaneità di due fenomeni:

  • Scarsa ventilazione dei locali interessati;
  • Ponti termici tra elementi strutturali.

Quindi, per eliminare in maniera definitiva il problema delle muffe, ed evitare che le stesse si potessero ripresentare, sono state proposte, essenzialmente, due soluzioni:

  • Cappotto esterno od interno;
  • Riduzione umidità interna attraverso l’applicazione di una ventilazione meccanica controllata.

In merito al punto due c’è da dire anche che, come spiegato prima, la casa era dotata di stufa a pellet, quindi nelle giornate di maggiore umidità esterna la stufa stessa avrebbe potuto aiutare ad asciugare la temperatura interna, rendendo non necessariamente indispensabile la ventilazione meccanica controllata (VMC).

Quindi ti ripeto: prima eliminare il problema muffe, poi proseguire con le altre soluzioni!

Allora, dopo aver consigliato come eliminare le muffe, abbiamo proposto una serie di interventi considerando di climatizzare tutti i locali in maniera uniforme con queste caratteristiche:

  • Temperatura impostata in tutti i locali a 20°C, 60% umidità massima;
  • Attenuazione temperatura notturna impostata a 18°C.

Gli interventi sono stati studiati per essere conseguenziali e graduali, in funzione di budget ed esigenze.

Alcuni interventi sono stati esclusi per volontà del cliente, quindi quello che leggerai è influenzato da questa decisione.

Intervento 1

Il primo intervento proposto è stato quello di intervenire in maniera decisa sull’isolamento del solaio verso il sottotetto.

L’intervento proposto garantisce un risparmio sui costi per il riscaldamento del 27%!

Quindi, lavoro a costi contenuti con risultati molto interessanti 🙂

Intervento 2

Come ti dicevo prima gli interventi proposti sono conseguenziali, quindi ogni intervento è aggiuntivo e NON sostitutivo del precedente.

La seconda proposta prevedeva un intervento combinato su involucro ed impianti, vediamo come:

  • Intervento 1;
  • Insufflaggio pareti con fiocchi di lana di vetro;
  • Sostituzione vecchia caldaia con una nuova a condensazione;
  • Valvole termostatiche sui radiatori.

A seguito di questo intervento il risparmio raggiunto sui costi per il riscaldamento è di circa il 47%.

Intervento 3

Il terzo intervento proposto prevedeva un’integrazione agli impianti, ecco come:

  • Sistema ibrido pompa di calore + caldaia a condensazione;
  • Installazione di un impianto solare fotovoltaico che soddisfi i consumi della pompa di calore e quelli domestici.

Questo terzo, ed ultimo, intervento prevedeva di raggiungere un’indipendenza energetica dell’ 80% circa, conti alla mano, in quanto gli interventi combinati di isolamento termico più efficientamento degli impianti ha reso la casa da scarsamente efficiente a molto efficiente 🙂

classe energetica

Se anche tu vuoi ambire all’indipendenza energetica non devi far altro che contattarmi per studiare insieme degli interventi che vadano in questa direzione! 🙂

P.s. Per una guida completa su diagnosi e riqualificazione energetica scarica l’ebook qui sotto!

A presto!

Stefano.

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